Roma, 29 maggio 2015
Nella giornata di presentazione da parte dell’Istituto Superiore di Sanità del Rapporto Annuale sul Fumo in Italia, ANAFE-Confindustria, Associazione Nazionale Fumo Elettronico, tiene a ribadire, commentando i dati dell’ISS, le difficoltà che questo settore ha trovato e continua ancora oggi a trovare nel nostro pase a causa di una legislazione che ha come unico risultato l’illegalità e la messa a rischio del consumatore.
Se è vero che la riduzione del numero di punti vendita è stata sostanziale, ANAFE-Confindustria sottolinea invece che il numero di svapatori abituali e occasionali non sia diminuito, al contrario secondo le analisi sui dati delle aziende è cresciuto fino a oltre 800.000 in tutto il territorio nazionale. “Ma sono altri, purtroppo, i canali commerciali attraverso cui gli utilizzatori di e-cig si riforniscono” segnala il presidente Massimiliano Mancini, “che impediscono di costruire un campione che fornisca dati reali. La colpa quindi non è certo dell’ISS, ma di una legge criminogena”.
“Quello che si è realizzato negli ultimi mesi” prosegue Mancini “è stato un crollo delle vendite ufficiali a favore del mercato illegale, soprattutto sul web – che raccoglie oggi l’80% del mercato -, gestito da aziende estere che operano con prezzi non concorrenziali perché i loro prodotti non applicano la tassazione prevista dalla legge italiana”.
Il riferimento del presidente di Anafe-Confindustria Mancini è in primo luogo all’imposta Di € 3,73 più IVA attualmente in vigore e contenuta nel Dlgs Tabacchi Dlgs. 188/2014, ma anche a quella del 58,5% del prezzo di vendita contenuta nel Decreto Legge 76/203 dichiarata illegittima non più di due settimane fa dalla Corte Costituzionale, e su cui è calato il silenzio, a cominciare da quello dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che purtroppo appare disinteressarsi da mesi – è un fatto – dell’illegalità diffusa e dei soldi persi da aziende che rispettano la legge e dallo Stato”.
“Questo susseguirsi disordinato e illogico di decisioni e imposizioni fiscali inique ha portato un mercato florido ad irrigidirsi e a crollare – nella parte legale – nel giro di meno di due anni, ma la domanda non è crollata, semplicemente si è rivolta altrove” denuncia Mancini. “Il Governo attuale e quello precedente che hanno cominciato questa assurda battaglia contro il mondo delle sigarette elettroniche non si sono preoccupati di arginare i danni che il mercato estero non sottoposto a tassazione avrebbe potuto portare al mercato e infatti oggi, ancora senza controlli nonostante la nuova legge sia in vigore ormai da sei mesi, le aziende che operano nel settore sono ancora in gravissima difficoltà e i dati ufficiali che escono dipingono un quadro che corrisponde solo in maniera parziale alla realtà”.