Un’operazione da un miliardo e 59 milioni nel 2013. È quella messa in moto per rinviare di tre mesi l’aumento dell’Iva dal Governo. Che per il ministro Flavio Zanonato «punta a una proroga da parte del Parlamento a fine anno» facendo anche leva sulle misure adottate per far ripartire l’economia. Ma, nonostante il decreto varato mercoledì non sia ancora arrivato in Parlamento, è già partito l’assalto, guidato dal Pdl, per cambiare la copertura del mini-rinvio. Una copertura che per il momento arriva per 655,6 milioni dagli aumenti degli acconti Irpef, Ires e Irap, per altri 209 milioni da quello (al 110%) dovuto da aziende e istituti di credito alla tesoreria sulle ritenute sugli interessi e sui redditi di capitale. Ai quali si aggiungono circa 200 milioni di minori spese agendo su funzioni catastali e vari fondi. A cominciare dal Fondo Irap per i professionisti che perde 150 milioni nel 2014 e altri 120 nel 2015. Dulcis in fundo la tassa sulle sigarette elettroniche, che garantirà 117 milioni l’anno a partire però dal 2014 e che dovrebbe andare a sorreggere la struttura contabile del piano occupazione.