“PERCHÉ DISTRUGGERE UN SETTORE?”. SALVARE LE E-CIG IN ITALIA, TRA VIA POLITICA E GIUDIZIARIA

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Roma, 12 Dicembre 2013

“Perché distruggere un settore?” è la domanda che si pongono le associazioni di categoria del settore delle sigarette elettronica, durante la conferenza stampa tenutasi oggi presso la Camera dei Deputati sugli ultimi provvedimenti governativi relativi alla tassazione delle e-cig: Anafe-Confindustria, FIESEL-Confesercenti e L.I.F.E.-Federcontribuenti.

Il Presidente di Anafe-Confindustria, Massimiliano Mancini, illustrerà gli impatti della legge che impone, a partire dal 1° gennaio 2014, una tassa del 58.5% su tutti i prodotti relativi al fumo elettronico e introdurrà il dibattito su come, nelle ultime settimane e a rendere ancora più complessa la situazione il Ministero dell’Economia abbia adottato il Decreto Ministeriale chiamato ad implementare la tassazione che ha introdotto una procedura talmente complessa da mettere in dubbio la reale fattibilità dell’entrata in vigore della tassazione al 1° gennaio 2014. Unitamente a questo, il decreto, che doveva essere adottato entro il 31 ottobre ma che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale soltanto il 7 dicembre, ha spinto la Corte dei Conti a sollevare perplessità sia sul ritardo di emanazione, sia sulla procedura di autorizzazione per la commercializzazione troppo complessa.

Massimiliano Federici, Presidente di Fiesel-Confesercenti, associazione dei rivenditori di sigarette elettroniche, denuncerà un impatto sui prezzi che renderà impossibile l’acquisto delle sigarette elettroniche, portando al collasso l’intera rete distributiva e alla disoccupazioni le oltre 6000 persone attualmente impiegate.

Alfonso Siano di LIFE-Federcontribuenti denuncerà anch’egli l’accanimento contro il settore della sigaretta elettronica non solo governativo, ma anche mediatico, la comunità scientifica, con in testa l’ex ministro Veronesi, che sembra invece vedere con interesse a questo prodotto.

Si parlerà anche di come la bagarre sulla sigaretta elettronica stia mettendo a rischio i conti dello Stato che, dalla tassazione della sigaretta elettronica, rischia di non incassare neppure un euro a causa delle tempistiche ristrette e soprattutto dell’eccessiva tassazione.

A dare sostegno al settore delle sigarette elettroniche gli Onorevoli Lavagno (Sel), Prodani (M5S), Capozzolo (PD) e Abrignani (FI), i quali hanno illustrato i provvedimenti che intendono adottare in merito alla sigaretta elettronica.

 

LA SIGARETTA ELETTRONICA IN ITALIA TRA REGOLAMENTAZIONE E TASSAZIONE. ANAFE-CONFINDUSTRIA E FIESEL-CONFESERCENTI CON LE ISTITUZIONI PER LA PRIMA VOLTA ALLO STESSO TAVOLO

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Roma, 29 ottobre 2013

Un’altra tassa è possibile: questo il messaggio che è emerso nel corso della mattinata di dibattito presso la Sala del Cenacolo del Complesso della Camera dei Deputati di Vicolo Valdina dal titolo “La sigaretta elettronica in Italia, tra regolamentazione e tassazione”. Una giornata di confronto organizzata da Anafe-Confindustria in collaborazione con Fiesel-Confesercenti (le due principali associazioni di categoria che riuniscono i produttori e gli esercenti di sigarette e liquidi per sigarette elettroniche) e che ha visto Governo, Parlamento, Istituzioni e Associazioni di categoria dialogare per la prima volta sul futuro della sigaretta elettronica in Italia.

Presente per il Ministero della Salute il Direttore Generale della Prevenzione, Carlo Ruocco. Per l’Istituto Superiore di Sanità, la direttrice Roberta Pacifici che, nel confermare la minore tossicità delle sigarette elettroniche data l’assenza della combustione del tabacco, ha ribadito l’importanza di una regolamentazione e di certezze sugli effetti per la salute delle sigarette elettroniche nel lungo periodo.

A livello politico hanno assistito all’incontro, numerosi esponenti appartenenti ai diversi schieramenti, tra cui il Presidente della Commissione Cultura della Camera Giancarlo Galan. L’on. Fabio Lavagno (SEL) ha affermato che il legislatore, nell’elaborare la tassazione al 58,5% sulle sigarette elettroniche, non ha fatto audizioni con tutte le parti coinvolte, non ha acquisito le informazioni necessarie per conoscere il mercato di cui stava andando ad occuparsi e, in questo, ha fatto un errore, perseguendo il solo obiettivo di “fare cassa”. L’On. Aris Prodani (Movimento 5 Stelle) ha posto l’accento sul fatto che se l’interesse primario fosse stato la salute dei cittadini “la sigaretta elettronica non avrebbe dovuto subire nessuna tassazione, ma al contrario il Governo avrebbe dovuto sostenere il settore” che ha portato sul mercato un prodotto meno dannoso e che ha creato posti di lavoro e nuove opportunità anche di esportazione.

Infine, l’On. Ignazio Abrignani (Vicepresidente X Commissione Attività Produttive, PDL) ha ricordato il suo impegno volto a sostenere il settore delle sigarette elettroniche presentando un progetto di legge che da un lato regolamenta il settore, e dall’atro gli permette di continuare a crescere e investire, in un momento in cui il nostro Paese ha un grande bisogno di fare impresa. Abrignani ha dichiarato che “anche a costo di scendere di nuovo in piazza” con le categorie dei produttori e distributori di sigarette elettroniche e liquidi per ricariche, combatterà una dura battaglia al Ministero dell’Economia e Finanze affinché questa tassa venga rimodulata e ridimensionata. “Non abbiamo ancora individuato eventuali danni per la salute, quindi resto d’accordo con una normativa che preveda alcune restrizioni. Ma la sigaretta elettronica fa meno male delle sigarette tradizionali, dobbiamo normare la novità e non prendere un settore in crescita e provare ad ammazzarlo con una tassa troppo alta”.

Per il settore delle sigarette elettroniche sono intervenuti i Presidenti delle due associazioni, Massimiliano Mancini per Anafe-Confindustria e Massimiliano Federici per Fiesel-Confesercenti. Per Massimiliano Mancini, presidente di Anafe-Confindustria “il settore della sigaretta elettronica ha bisogno di una regolamentazione a 360 gradi, che parta da una corretta definizione del prodotto e che regolamenti l’intera filiera produttiva e distributiva, passando per una tassazione equilibrata che non distrugga un settore estremamente vitale e nel quale l’Italia è leader europeo e secondo al mondo per capacità produttiva e distributiva”. Per Massimiliano Federici, presidente di Fiesel-Confesercenti “le conseguenze di una normativa che colpisce numerosi giovani imprenditori, oltre a produrre conseguenze dirette ed immediate sull’occupazione, minerà le certezze di una generazione di giovani che avrà imparato e terrà a memoria una dura lezione: in Italia non vale la pena mettersi in gioco e fare impresa nonostante si seguano le regole”.

I diversi interventi che si sono succeduti hanno dunque messo in risalto le criticità di una norma approvata in emergenza l’estate scorsa senza un reale confronto tra le parti coinvolte, suscitando grandi difficoltà di interpretazione e di attuazione, con inevitabili ripercussioni sull’intera filiera.

Il confronto di oggi ha portato alla luce diverse proposte costruttive che si pensa possano essere accolte positivamente anche da Governo e Parlamento.

 

SIGARETTE ELETTRONICHE, BOCCIATA IN COMMISSIONE BILANCIO AL SENATO L’ANTICIPAZIONE DELLA TASSA AL 58,5%. ANAFE: “ORA AUSPICHIAMO SI RIVEDA L’INTERO SISTEMA DI TASSAZIONE”

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Roma, 24 luglio 2013

ANAFE, Associazione Nazionale Fumo Elettronico, accoglie con favore la notizia arrivata ieri sera dalla 5° Commissione Bilancio del Senato dove è stato bocciato, d’intesa con il Governo, l’emendamento del DL “Svuota carceri” che prevedeva di anticipare l’applicazione della tassazione al 58,5% sulle sigarette elettroniche e tutte le sue componenti – compresi i cavi USB e le batterie al litio – già a partire dal 1° settembre 2013.

“Speriamo che questo voto sia il primo segnale da parte del Governo di accogliere le nostre istanze e di ridiscutere totalmente la tassazione prevista dal DL ‘IVA e Lavoro’ che rischia di uccidere l’intero comparto industriale e commerciale della sigaretta elettronica lasciando a casa migliaia di lavoratori e distruggendo aziende e investimenti” dichiara il presidente di ANAFE Massimiliano Mancini.

“Continuiamo a protestare, questa tassazione è iniqua e non bilanciata e chiediamo al Governo di riceverci e verificare possibili alternative che esistono e consentirebbero al Governo di recuperare le entrate necessarie” conclude Mancini “tra cui quella da noi proposta di regolamentare il settore con una tassa progressiva da applicare ai liquidi contenenti nicotina. L’alternativa è la morte di un settore che era in crescita, e anche un conseguente buco nelle casse dello Stato, derivante dalle mancate entrate da IVA, IRES, IRAP, imposte locali e dazi doganali, che il settore della sigaretta elettronica oggi versa, ma che domani – una volta scomparso – non avrà più la possibilità di farlo. Aspettiamo da parte del Governo almeno un’assunzione di responsabilità sul perché si voglia uccidere un settore per Decreto, senza conoscerlo, e senza nemmeno averne discusso in maniera aperta e trasparente. Nel frattempo appoggiamo pienamente le manifestazioni di protesta in corso a Roma e in altre città italiane”.

 

SIGARETTE ELETTRONICHE, ANAFE: “SBIGOTTITI PER ULTERIORE TASSAZIONE. ALCUNI PARLAMENTARI VOGLIONO CONDANNARE A MORTE UN SETTORE. PERCHE’?”

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Roma, 19 luglio 2013

La notizia dell’approvazione di un emendamento che anticipa all’1 settembre 2013 l’assurda tassazione del 58,5% già prevista dal DL IVA e Lavoro alle sigarette elettroniche per evitare i tagli alla polizia penitenziaria ha lasciato sbigottiti gli associati di ANAFE, l’Associazione Nazionale Fumo Elettronico, che solo dieci giorni fa era scesa in piazza contro le norme imposte dal Governo che equiparano la pressione fiscale e parte della regolamentazione per le sigarette elettroniche a quella delle sigarette tradizionali.

“La fase finale del dibattito parlamentare sulla già di per sé incredibile tassazione delle sigarette elettroniche stabilita dal DL IVA e Lavoro sta acquisendo risvolti tragicomici”, commenta il presidente di ANAFE Massimiliano Mancini che ricostruisce così gli ultimi passaggi della vicenda: “Il Governo, o meglio, il Ministero dell’Economia, ha inserito meno di un mese fa una tassazione pari al 58.5% (a cui si ricordi che va aggiunta l’IVA al 21% già applicata come per tutti i prodotti di consumo) nel decreto Lavoro e Iva attualmente in discussione alle Commissioni Finanze e Lavoro del Senato per finanziare il rinvio dell’aumento dell’IVA. Molti senatori, membri di queste commissioni” continua il Presidente Mancini “hanno presentano emendamenti – garantendo la necessaria copertura – volti a scongiurare una simile tassazione che porterebbe alla morte di un settore in crescita e alla disoccupazione delle migliaia di lavoratori che negli ultimi 18 mesi hanno trovato un impiego grazie a questo nuovo business. Ma nel frattempo cosa succede? In Commissione Giustizia, viene approvato improvvisamente un incredibile emendamento – senza neanche il parere della Commissione Bilancio – che anticipa la tassazione per evitare i tagli alla polizia penitenziaria”.

L’emendamento a cui si riferisce il presidente Mancini, a firma dei senatori del PD Lumia e Casson della Commissione Giustizia, riguarda il cosiddetto Decreto Svuotacarceri e dovrebbe garantire 35 milioni di euro di introiti applicando la tassa a partire dal 1 settembre 2013 “senza lasciare neppure il tempo di un respiro alle imprese per cercare di correre in qualche fantasioso e improbabile modo ai ripari”. Nel decreto Lavoro e Iva, invece, si chiedono 117 milioni di euro.

“I membri del Parlamento e il Governo devono capire che non siamo una mucca da mungere: non possiamo finanziare qualsiasi necessità economica e finanziaria del Paese. Lo Stato, se si continua su questa strada” denuncia Mancini “invece degli introiti che si aspetta, otterrà un solo triste risultato: maggiori spese per far fronte alla chiusura di migliaia di aziende e alla disperazione di altrettanti lavoratori”.

“ANAFE dunque” conclude il presidente Massimiliano Mancini “chiede con forza al Governo e all’Aula del Senato di intervenire per stralciare l’emendamento approvato in Commissione Giustizi, di rimodulare il metodo di tassazione e di eliminare l’inclusione della e-cig nel sistema AAMS così come ad oggi previsto nel decreto Iva e Lavoro, a meno che non si voglia dichiarare per via legislativa la condanna a morte di un intero settore. Se si fosse fatta la regolamentazione delle lobbies, come era nelle intenzioni del presidente Letta, almeno oggi sapremmo quali interessi spingono alcuni soggetti a insistere in questo senso, ma evidentemente non c’è volontà di trasparenza da parte di molti. Siamo pronti a scendere di nuovo in piazza in massa, e in maniera continuata e a tenere chiusi i negozi se la situazione non verrà gestita al più presto. La nostra disponibilità al dialogo e la nostra pazienza si stanno esaurendo, e sono in tanti ad avere chiara davanti a sé la disperazione di vedersi privati di lavoro e soldi investiti che verrebbero regalati al mercato illegale e parallelo senza alcun vantaggio per lo Stato. Ne va del futuro di tutti noi”.

 

TAR VENETO BOCCIA DIVIETO E-CIG NEI PARCHI E LUOGHI PUBBLICI. SODDISFATTA ANAFE: “ADESSO UNA NORMATIVA NAZIONALE”

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Roma, 15 luglio 2013

Il Tar del Veneto ha oggi accolto con ordinanza la richiesta di ANAFE (Associazione Nazionale Fumo Elettronico) di sospensiva dell’applicazione del Regolamento approvato dal Comune di Malo (Vicenza), con cui è stato imposto il divieto di fumo delle sigarette elettroniche nei parchi e luoghi pubblici.

Il TAR ha stabilito che il provvedimento impugnato “appare carente di motivazione, in particolare in ordine alla mancata distinzione fra sigaretta elettronica con principio nicotinico e no, nonché riguardo all’estensione del divieto ai parchi gioco”.

Con la consulenza legale dello studio Simmons & Simmons, infatti, alcuni mesi fa l’Associazione ha effettuato questo primo ricorso, cui ne seguiranno altri in altre Regioni d’Italia, volto a riaffermare che la competenza esclusiva in materia appartiene al legislatore nazionale, e ANAFE è fiduciosa di poter vedere accolte presso tutte le aree del paese interessate le proprie istanze. Per le stesse ragioni è stata sollevata la questione di costituzionalità.

L’Associazione, che da mesi chiede alle istituzioni una regolamentazione ad hoc per il settore che includa anche le norme relative all’utilizzo delle sigarette elettroniche, contestando ogni assimilazione del vapore derivante dalla sigaretta elettronica al fumo tradizionale esprime dunque soddisfazione “per questa prima vittoria rappresentata dalla decisione del Tar Veneto che” auspica il presidente ANAFE “metterà fine al fiorire di ordinanze che si riscontra nel nostro paese, con comuni che trattano la e-cig alla stregua di sigarette tradizionali e aree in cui invece non si prevedono – giustamente – restrizioni di alcun tipo, se non quelle previste dalle recenti e condivisibili ordinanze del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin sul divieto di vendita di sigarette elettroniche ai minori e sull’uso delle stesse nelle scuole”.

“Nelle ultime settimane le sigarette elettroniche sono state al centro del dibattito a causa della tassa al 58,5% imposta dal DL IVA e Lavoro contro la quale siamo scesi in piazza martedì scorso” conclude Mancini “ma nel frattempo continuano a mancare nel nostro paese le regole sull’utilizzo di questi dispositivi e ogni amministrazione locale si organizza a modo suo, senza criteri comprensibili e a svantaggio di consumatori e operatori del settore”.

 

ANAFE: “IL DL OCCUPAZIONE STA LASCIANDO SENZA LAVORO MIGLIAIA DI PERSONE”. L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE FUMO ELETTRONICO IN PIAZZA MONTECITORIO CONTRO LA TASSAZIONE IMPOSTA DAL GOVERNO

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Roma, 9 luglio 2013

L’Associazione Nazionale Fumo Elettronico (ANAFE) è scesa oggi in piazza, di fronte a Palazzo Montecitorio, per dire no alla tassa sulla sigaretta elettronica prevista dal Dl lavoro e Iva con lo slogan “NON SIAMO FUMO”.

Centinaia di persone hanno raggiunto la capitale per protestate contro la tassazione del 58,5% applicata a tutti i prodotti legati al dispositivo – dai liquidi, alle batterie, ai cavi per la ricarica – che, secondo gli operatori, ucciderà l’intero settore e causerà, oltre che la perdita di milioni di euro, la chiusura di oltre i 2/3 delle aziende impegnate nel settore e la disoccupazione di altrettante persone impiegate. Parliamo di circa 2.000 punti vendita che chiuderanno e di oltre 3000 persone che non avranno più un lavoro.

“Questo decreto, nato per creare occupazione e rimettere in moto il mercato del lavoro, a causa della totale incompetenza sul settore dimostrata dal Governo, non sta producendo altro che l’effetto contrario, in nome di un presunto incasso per lo Stato e di cifre che non sono ancora mai state dimostrate” denuncia Massimiliano Mancini, presidente di ANAFE.

“Nonostante le continue richieste fatte al Governo attraverso la stampa e attraverso una fiduciosa e collaborativa attività di relazioni con le istituzioni per essere ricevuti ad illustrare la propria posizione” prosegue il presidente Mancini “l’esecutivo ha deciso di fare da solo, senza conoscere il mercato nel quale stava mettendo le mani, facendo finta di non sapere che la sigaretta elettronica fa meno male del fumo tradizionale e non mostrando attenzione né interesse per il gran numero di italiani che negli ultimi 18 mesi in questo nuovo modo di fumare ha creduto e investito”.

Prevedere una tassazione ai fini di una copertura “in mancanza di dati e rilevazioni ufficiali” e “sulla base di valutazioni tuttora di natura induttiva” – così si legge nella relazione del Governo al DL – continua il Presidente, “oltre ad essere incosciente è incomprensibile. Una tassazione troppo elevata non potrà in alcun modo neppure ad avvicinarsi ai 117milioni che lo Stato si aspetta di incassare. Se il Governo avesse risposto alle richieste di incontro del mondo dei produttori e dei distributori di sigarette elettroniche e avesse avviato una consultazione pubblica sulla regolamentazione, queste migliaia di prossimi disoccupati, queste migliaia di negozi che a breve chiuderanno e questa stessa manifestazione semplicemente non ci sarebbero”.

 

ANAFE: 9 LUGLIO MANIFESTAZIONE DI PROTESTA A PIAZZA MONTECITORIO

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Roma, 2 Luglio 2013

“Non siamo fumo”, martedì 9 luglio dalle 9:00 alle 13:00 produttori e distributori di sigarette elettroniche di fronte al Parlamento contro questa tassazione che ucciderà il settore

Per il prossimo 9 luglio l’Associazione Nazionale Fumo Elettronico (ANAFE) ha indetto una manifestazione di protesta di fronte alla Camera dei Deputati volta a sensibilizzare Governo, Parlamento e opinione pubblica sulla necessità di rivedere l’ultimo provvedimento che ha imposto per le sigarette una tassazione che strozzerà nel giro di poche settimane un mercato fino ad oggi fiorente.

Slogan della manifestazione: “NON SIAMO FUMO. Non fate evaporare i nostri investimenti”, uno messaggio che vuole ribadire l’assurdità di una tassazione che in sostanza ha equiparato le sigarette elettroniche alle sigarette tradizionali non tenendo conto del fatto che si tratta di una alternativa al tabacco che fa meno male, che porterà ad un risparmio sostanziale per lo Stato in termini di spese sanitarie e soprattutto che ha dato vita ad un mercato che in poco più di un anno ha permesso la nascita di un mondo fatto di 3.000 imprese e 5.000 persone che hanno investito cifre importanti, spesso frutto di liquidazioni da lavoro perso, e in gran parte ancora da recuperare. Persone che hanno affittato negozi vuoti mentre tutti li chiudono, assunto giovani in un momento in cui tutti licenziano, che pagano abbondanti tasse e dazi doganali. Persone che hanno un’attività, un lavoro, che rischia seriamente di andare in fumo.

Il presidente di ANAFE Massimiliano Mancini commenta: “Il Governo sembra non avere minimamente idea delle conseguenze di ciò che sta facendo. Imporre l’applicazione dell’imposta pari al 58,5% sul dispositivo, sulle parti di ricambio dello stesso – compresi cavi USB e batterie come quelle dei cellulari – e sulle ricariche, parificando tali prodotti sul piano della tassazione alle sigarette, equivale a mettere sullo stesso piano un prodotto che uccide con uno che fa molto meno male. Un concetto questo riaffermato da soggetti quali l’Istituto Superiore di Sanità, dal prof. Umberto Veronesi e tanti altri”.