L’unica certezza a conclusione della legge di bilancio è che l’Italia è, e continuerà ad essere, il Paese europeo con le tasse più alte sulla sigaretta elettronica. Anzi, l’unico Paese tra le grandi economie europee ad avere, in generale, una tassa sul fumo elettronico, peraltro anche sui prodotti con nicotina. Il Ministero dell’Economia ha perso una grande occasione per mettere fine ad anni d’incertezza, durante i quali l’industria del vaping, un fiore all’occhiello del made in Italy, è stata pressoché distrutta. Di fronte a questo scenario, non possiamo non rilevare la completa assenza dalla discussione del Vice Ministro all’Economia Luigi Casero, che non si è degnato neanche di comprendere cosa realmente stesse accadendo.
Di fronte all’atteggiamento del Mef, abbiamo per converso registrato una grande disponibilità al dialogo da parte di tutte le forze parlamentari a cui Anafe aveva sottoposto quattro interventi fondamentali per salvare e rilanciare il mercato delle e-cig: la riduzione dell’imposta con parametri equi; la gestione del debito pregresso, determinato da incertezza normativa e mancata traslazione delle imposte sui consumatori; il ripristino delle vendite on line; regole non stringenti per l’autorizzazione dei negozi, attuali e futuri.
Di questi quattro punti solo uno è stato accolto dal Governo e riguarda i requisiti di vendita per gli esercizi commerciali. E’ una vittoria parziale, ma importante, raggiunta attraverso un confronto serrato di queste settimane durante il quale Anafe ha lavorato a tutela di tutto il settore. Nello specifico, ringraziamo l’attenzione e la sensibilità dimostrata dai deputati del Partito Democratico Boccadutri e Rotta, nonché del Presidente dell’Intergruppo Parlamentare per la Sigaretta Elettronica, On. Ignazio Abrignani, firmatari dell’emendamento che infine è stato approvato. Grazie anche al segretario della Lega, Matteo Salvini, che ha da sempre sostenuto la necessità di abolire completamente la tassa sui nostri prodotti a rischio ridotto.
E’ invece rimasta fuori la questione più importante per il mercato: la tassazione, la più alta d’Europa, che a seguito della sentenza della Corte Costituzionale dovrà applicarsi anche ai liquidi senza nicotina. Senza risolvere questo problema non c’è speranza né per il mercato né per le aziende italiane, né per la salute dei consumatori. Con queste tasse, infatti, le sigarette elettroniche saranno sempre economicamente svantaggiate rispetto alle sigarette tradizionali. Ecco perché tutti devono essere consapevoli del fatto che l’industria italiana del vaping è tutt’altro che fuori pericolo. E con questo livello di tassazione i piccoli esercenti corrono comunque il rischio di chiusura.
Non è più rinviabile un impegno a tutela del settore e dei posti di lavoro. In attesa della politica, da parte nostra non ci resta che continuare a fare affidamento sui ricorsi amministrativi e tributari tuttora prendenti e in particolare quello presso il TAR Lazio presso il quale si dovrà riassumere il giudizio a seguito della sentenza della Corte Costituzionale e decidere anche sugli altri vizi di legittimità che abbiamo sollevato.
Massimiliano Mancini