Siamo un presidio di legalità e correttezza nel settore del fumo elettronico e – anche alla luce della recente sentenza della Corte Costituzionale in materia fiscale – siamo pronti a confrontarci con le istituzioni per trovare un necessario punto d’equilibrio capace di garantire gettito all’erario e la tutela di un settore che è fonte di sviluppo economico e garanzia occupazionale.
E’ tuttavia fuorviante e profondamente scorretto considerare il mercato delle sigarette elettroniche un settore ai confini dell’illegalità. Rappresentiamo lavoratori onesti e aziende sane. D’altra parte è proprio a queste aziende che la Consulta ha già dato ragione nel 2015 dichiarando incostituzionale la super tassa del 58,5% del prezzo di vendita introdotta nel 2013. Ed è stato il TAR Lazio, ritenendone sussistenti i presupposti, a rimettere nuovamente la questione di legittimità costituzionale alla Corte, con conseguente sospensione dei provvedimenti amministrativi sui temi fiscali. In uno Stato di diritto non è accettabile vedersi additare come evasori ai danni dei cittadini per il semplice fatto di aver esercitato i propri diritti e aver adito correttamente la giustizia.
Nell’accogliere quindi con profondo rispetto la pronuncia della Consulta non possiamo non ricordare come da diverso tempo Anafe abbia sottoposto alle Istituzioni un’ipotesi di riformulazione del regime fiscale che avesse l’obiettivo di evitare l’incertezza normativa e capace di garantire un gettito reale di almeno 30 milioni di euro, evidentemente maggiore rispetto ai 9.5 milioni che l’emendamento al decreto fiscale punterebbe a recuperare, mettendo tuttavia a repentaglio tutta la filiera e rischiando di generare l’esplosione del mercato illegale. Come ripetutamente chiesto negli ultimi mesi, riteniamo oggi ancora più indispensabile un confronto serio e costruttivo tra Governo, Parlamento e filiera industriale per concordare una nuova cornice regolatoria che consenta alle aziende di poter continuare a operare nel pieno rispetto della legalità.
Massimiliano Mancini