Roma, 9 luglio 2013
L’Associazione Nazionale Fumo Elettronico (ANAFE) è scesa oggi in piazza, di fronte a Palazzo Montecitorio, per dire no alla tassa sulla sigaretta elettronica prevista dal Dl lavoro e Iva con lo slogan “NON SIAMO FUMO”.
Centinaia di persone hanno raggiunto la capitale per protestate contro la tassazione del 58,5% applicata a tutti i prodotti legati al dispositivo – dai liquidi, alle batterie, ai cavi per la ricarica – che, secondo gli operatori, ucciderà l’intero settore e causerà, oltre che la perdita di milioni di euro, la chiusura di oltre i 2/3 delle aziende impegnate nel settore e la disoccupazione di altrettante persone impiegate. Parliamo di circa 2.000 punti vendita che chiuderanno e di oltre 3000 persone che non avranno più un lavoro.
“Questo decreto, nato per creare occupazione e rimettere in moto il mercato del lavoro, a causa della totale incompetenza sul settore dimostrata dal Governo, non sta producendo altro che l’effetto contrario, in nome di un presunto incasso per lo Stato e di cifre che non sono ancora mai state dimostrate” denuncia Massimiliano Mancini, presidente di ANAFE.
“Nonostante le continue richieste fatte al Governo attraverso la stampa e attraverso una fiduciosa e collaborativa attività di relazioni con le istituzioni per essere ricevuti ad illustrare la propria posizione” prosegue il presidente Mancini “l’esecutivo ha deciso di fare da solo, senza conoscere il mercato nel quale stava mettendo le mani, facendo finta di non sapere che la sigaretta elettronica fa meno male del fumo tradizionale e non mostrando attenzione né interesse per il gran numero di italiani che negli ultimi 18 mesi in questo nuovo modo di fumare ha creduto e investito”.
Prevedere una tassazione ai fini di una copertura “in mancanza di dati e rilevazioni ufficiali” e “sulla base di valutazioni tuttora di natura induttiva” – così si legge nella relazione del Governo al DL – continua il Presidente, “oltre ad essere incosciente è incomprensibile. Una tassazione troppo elevata non potrà in alcun modo neppure ad avvicinarsi ai 117milioni che lo Stato si aspetta di incassare. Se il Governo avesse risposto alle richieste di incontro del mondo dei produttori e dei distributori di sigarette elettroniche e avesse avviato una consultazione pubblica sulla regolamentazione, queste migliaia di prossimi disoccupati, queste migliaia di negozi che a breve chiuderanno e questa stessa manifestazione semplicemente non ci sarebbero”.